Catechesi
LA
GIOIA CRISTIANA
di
Padre Lino Pedron, dehoniano
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DOBBIAMO
RIVESTIRCI DELLA GIOIA CRISTIANA
La
gioia � il dono che il cristianesimo ha fatto al mondo. Tutto il
nostro essere � fatto per la
gioia.
"Non si pu� trovare uno che non voglia essere felice" (s.
Agostino). "Norma suprema
di
condotta, criterio discriminante del bene e del male � la
felicit�: uno fa bene quando
tende
alla felicit�, fa male quando tende a metterla in pericolo; ha
diritto a tutto ci� che �
necessario
per arrivare alla felicit� ed ha il dovere di fare tutto quello che
occorre a tale
scopo"
(G. B. Guzzetti). Ma c� anche un falso modo di intendere la
gioia. "Non � certo che
tutti
vogliano essere felici; poich� chi non vuole avere gioia di Te, che
sei la sola felicit�,
non
vuole la felicit�" (s. Agostino). Nonostante le deviazioni
possibili e facili per luomo
storico,
la gioia � richiesta dalla natura stessa delluomo, � un suo
bisogno, � un suo diritto.
Quel
che � vero per ogni uomo lo � a maggior ragione per il cristiano.
Egli deve avere la sua
tipica
gioia, ed essa � per lui un dovere. Deve cercarla con impegno senza
darsi per vinto
finch�
non labbia trovata.
Il
dovere della gioia nelle Scritture
"Possa
tu avere molta gioia!" � il saluto rivolto dallangelo a
Tobia (Tb 5,11). E il Siracide
aggiunge:
"Non abbandonarti alla tristezza, non tormentarti con i tuoi
pensieri. La gioia
del
cuore � la vita per luomo, lallegria di un uomo � lunga
vita! (Sir 30,22-23). "Dio ama
chi
dona con gioia" (Sir 35,11; 2Cor 9,7).
Ges�
insiste molto sulla gioia: "Questo vi ho detto perch� la mia
gioia sia in voi e la vostra
gioia
sia piena" (Gv 15,11). Prega per i suoi discepoli "perch�
abbiano in se stessi la
pienezza
della sua gioia" (Gv 17,13). Si premura di assicurarli che la
loro tristezza per la sua
passione
e morte si cambier� in gioia quando lo vedranno risuscitato e
glorioso: "Voi sarete
afflitti,
ma la vostra afflizione si cambier� in gioia... Voi ora siete nella
tristezza; ma vi
vedr�
di nuovo e il vostro cuore si rallegrer� e nessuno vi potr�
togliere la vostra gioia" (Gv
16,20-23).
Li esorta a pregare il Padre per provare la gioia di essere
esauditi: "Chiedete e
otterrete,
perch� la vostra gioia sia piena" (Gv 16,24). Ges� si esprime
con tenerezza e con
forza
perch� chi lo segue comprenda che la proposta di vita cristiana,
che passa attraverso
la
croce, ha come sfondo e traguardo la gioia. � terribilmente falsa
la presentazione del
cristianesimo
come "nemico della gioia" (Anatole France) o
"maledizione della vita"
(Nietzsche).
San Paolo esorta i cristiani a conservare sempre e ovunque la gioia:
"Fratelli
miei,
state lieti nel Signore" (Fil 3,1); "Rallegratevi nel
Signore; ve lo ripeto ancora,
rallegratevi.
La vostra affabilit� sia nota a tutti gli uomini" (Fil 4,4-5);
"Il regno di Dio... �
giustizia,
pace, e gioia nello Spirito Santo" (Rm 14,17), E lapostolo
giustifica questa sua
insistenza
sulla gioia del cristiano appellandosi proprio alla volont� di Dio:
"State sempre
lieti,
pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie: questa �
infatti la volont� di Dio
in
Cristo Ges� verso di voi" (1Ts 5,18).
Il
cristiano deve essere gioioso perch� lo Spirito di Dio produce in
lui la gioia: "Il frutto
dello
Spirito � amore, gioia..." (Gal 5,22). Illuminata dalla parola
di Dio e dalla sua grazia,
la
vita dei cristiani diventa una festa: essi sono davvero la Pasqua
del mondo.
La
tradizione del pensiero cristiano
Gli
Atti degli apostoli descrivono cos� i primi cristiani: "Ogni
giorno tutti insieme
frequentavano
il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia
e
semplicit�
di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo"
(At 2,46-47).
Tra
i primi testi cristiani, il Pastore di Erma ci regala questa
stupenda pagina: "Caccia da
te
la tristezza perch� � sorella del dubbio e dellira. Tu sei un
uomo senza discernimento
se
non giungi a capire che la tristezza � la pi� malvagia di tutte le
passioni e dannosissima
ai
servi di Dio: essa rovina luomo e caccia da lui lo Spirito
Santo... Armati di gioia, che �
sempre
grata ed accetta a Dio, e deliziati in essa. Luomo allegro fa il
bene, pensa il bene
ed
evita pi� che pu� la tristezza. Luomo triste, invece, opera
sempre il male, prima di
tutto
perch� contrista lo Spirito Santo, fonte alluomo non di mestizia
ma di gioia: in
secondo
luogo perch� tralasciando di pregare e di lodare il Signore,
commette una
colpa...
Purificati, dunque da questa nefanda tristezza e vivrai in Dio. E
vivranno in Dio
quanti
allontanano la tristezza e si rivestono di ogni gioia" (Pastore
di Erma. Decimo
precetto).
SanIgnazio
di Antiochia in viaggio verso Roma dove mor� martire nel 107 d. C.
scrive ai
Romani:
"� bello tramontare al mondo per il Signore e risorgere in
Lui... Scrivo a tutte le
Chiese
e annunzio a tutti che io muoio volentieri per Dio... Potessi gioire
delle bestie per
me
preparate e mi auguro che mi si avventino subito".
Il
vescovo san Policarpo (+155) nellaffrontare il martirio "era
pieno di coraggio e
allegrezza
e il suo volto splendeva di gioia" (Martirio di Policarpo. XII,
1).
I
Padri del deserto e i dottori della Chiesa dOriente ponevano come
ottavo
vizio
capitale la tristezza peccaminosa che � lopposto della gioia
cristiana.
San
Nilo lAntico scriveva: "La dolcezza dello spirito nasce
dalla gioia mentre la tristezza
�
come la bocca del leone che divora luomo malinconico" (Detti
dei padri del deserto).
La
gioia � dunque un dovere per il cristiano: "� necessario che
chiunque
voglia
progredire abbia la gioia spirituale" (s. Tommaso dAquino).
Perci� �
certo
che il cristiano deve cercare la sua gioia, deve possederla. Nel
fare
questo
non solo non pecca, ma compie giustamente la volont� di Dio. E
appare
nel mondo come luomo veramente realizzato mentre egli stesso si
accorge
quanto sia beata la sua condizione paragonata a quella di coloro che
si
dibattono disperatamente nella condizione del non-senso della vita.
DOV�
E CHE COS� LA GIOIA CRISTIANA
La
gioia dellamore di Dio
"La
gioia � causata dallamore" (s. Tommaso dAquino). Gioia e
amore camminano
insieme.
Chi non ama non pu� essere gioioso. La gioia � assente dove sono
presenti
legoismo
e lodio. La disperazione nasce dallassenza dellamore.
La
gioia cristiana � una ridondanza dellamore di Dio: non � una
virt� distinta dallamore,
ma
� uneffetto dellamore. Questa precisazione non � inutile, ma
indispensabile e
fondamentale
perch� ci svela il motivo del fatto che molti cercano la gioia e
non la trovano.
Essi
la cercano invano perch� pensano che essa sia reperibile per se
stessa. La gioia non ha
consistenza
in se stessa: ha la sua sorgente nellamore, � un raggio dellamore.
E la
sorgente
dellamore � Dio: "Dio � amore" (1 Gv 4,8).
La
gioia spirituale
"La
gioia piena non � carnale, ma spirituale" (s. Agostino). Tutto
ci� � verissimo perch� la
gioia
cristiana � una gioia di Dio, una gioia che � frutto dello Spirito
di Dio che abita in noi
(Gal
5,22). Tuttavia la gioia cristiana afferra, promuove, illumina e
intensifica le diverse
gioie
delluomo. Cos� si hanno le gioie della verit�, del cuore, della
bellezza, dei ricordi,
delle
attese, ecc. La gioia spirituale ha un riverbero esteriore che
illumina tutto
lessere
umano, lo rende amabile e affascinante. Fa del cristiano un bagliore
visibile
della Bellezza invisibile, una manifestazione concreta delluomo
risolto in positiva
armonia,
e una attrazione sicura per tutti coloro che ancora camminano nel
buio della
tristezza
e dellinquietudine.
DIO
� LA NOSTRA GIOIA
La
gioia di Dio nellAntico Testamento
LAT
� un preludio alla gioia cristiana. "Io gioisco pienamente nel
Signore, la mia anima
esulta
nel mio Dio" (Is 61,10). Il pio israelita ha motivi molteplici
per esultare nel suo Dio.
1
- Il primo motivo viene dallalleanza per cui Israele � popolo
eletto, scelto per un amore
singolare,
sicch� sente Dio come il "suo Dio" e si sente popolo
appartenente a Lui: "Tu sei
un
popolo consacrato al Signore tuo Dio; il Signore tuo Dio ti ha
scelto per essere il suo
popolo
privilegiato fra tutti i popoli che sono sulla terra. Il Signore si
� legato a voi e vi ha
scelti,
non perch� siete pi� numerosi di tutti gli altri popoli - siete
infatti il pi� piccolo di
tutti
i popoli -, ma perch� il Signore vi ama e perch� ha voluto
mantenere il giuramento
fatto
ai vostri padri" (Dt 7,6-8). "Stabilir� la mia dimora in
mezzo a voi, e non vi
respinger�.
Camminer� in mezzo a voi, sar� vostro Dio e voi sarete il mio
popolo. Io sono
il
Signore vostro Dio, che vi ho fatto uscire dal paese dEgitto; ho
spezzato il vostro giogo e
vi
ho fatto camminare a testa alta" (Lv 26,11-13). Dio ama il suo
popolo "di un amore
eterno"
(Ger 31,3) di un amore "forte come la morte" (Ct 8,6), di
un amore tenerissimo
come
quello di una madre per il suo bambino (Is 49,15) e come quello di
un padre verso il
proprio
figlio primogenito (Es 4,22). Da questa alleanza e da questo
rapporto damore
scaturisce
la gioia. "Esultino e gioiscano in te quanti ti cercano" (Sal
40,17). "Acclamate al
Signore,
voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi
a lui con
esultanza...
Varcate le sue porte con inni di grazie, e i suoi atri con canti di
lode, lodatelo,
benedite
il suo nome; poich� buono � il Signore, eterna la sua
misericordia, la sua fedelt�
per
ogni generazione" (Sal 100). Dio stesso chiede al suo popolo di
essere gioioso: "Non vi
rattristate,
perch� la gioia del Signore � la vostra forza" (Ne 8,10). Il
pio Israelita sente di
conseguenza
lenorme gioia che gli viene dal suo Signore e prova unestatica
allegrezza,
frutto
della gioia di sentirsi amato.
2
- Un secondo motivo della gioia dIsraele � la potenza del suo
Dio: "Tu sei il Signore, il
Dio
dogni potere e dogni forza e non c� altri fuori di te, che
possa proteggere la stirpe
dIsraele"
(Gdt 9,14). Questa potenza si manifesta in tutta la storia del
popolo eletto ed
esso
vi si abbandona, liberato da ogni paura e sicuro dellaiuto
divino. Perci� ne gioisce
(Es
15; Sal 126).
La
potenza di Dio creatore fa esultare di gioia le sue creature:
"Mi rallegri, Signore, con le
tue
meraviglie, esulto per lopera delle tue mani. Come sono grandi le
tue opere, Signore,
quanto
profondi i tuoi pensieri!" (Sal 92,5-6). I cantori ispirati del
popolo eletto invitano
tutta
la creazione a partecipare al loro stato danimo: "Gioiscano
i cieli, esulti la terra,
frema
il mare e quanto racchiude; esultino i campi e quanto contengono, si
rallegrino gli
alberi
della foresta davanti al Signore che viene" (Sal 96,11-13).
La
potenza del Signore � anche potenza che protegge il suo popolo e
provvede alle sue
necessit�:
"Egli lo trov� in terra deserta, in una landa di ululati
solitari. Lo circond�, lo
allev�,
lo custod� come pupilla del suo occhio. Come aquila che veglia la
sua nidiata, che
vola
sopra i suoi nati, egli spieg� le sue ali e lo prese, lo sollev�
sulle sue ali. Il Signore lo
guid�
da solo, non cera con lui alcun dio straniero. Lo fece montare
sulle alture della terra
e
lo nutr� con i prodotti della campagna; gli fece succhiare miele
dalla rupe e olio dai
ciottoli
della roccia; crema di mucca e latte di pecora insieme al grasso di
agnelli, arieti di
Basan
e capri, fior di farina di frumento e sangue di uva, che bevvero
spumeggiante" (Dt
32,10-14).
Per questo motivo Israele deve avere la gioia che Dio esige come
segno
dellamore
corrisposto; altrimenti Dio metter� il suo popolo alla prova:
"Poich� non avrai
servito
il Signore tuo Dio con gioia e di buon cuore in mezzo allabbondanza
di ogni cosa,
servirai
i tuoi nemici che il Signore mander� contro di te, in mezzo alla
fame, alla sete, alla
nudit�
e alla mancanza di ogni cosa" (Dt 28,47-48).
La
potenza di Dio � anche una potenza che salva dalla schiavit� dEgitto
e in tutti i
momenti
della storia successiva. Lamore salvante diviene un nuovo
incitamento a gioire:
"Io
gioir� nel Signore, esulter� in Dio mio salvatore" (Ab 3,18).
Una salvezza che non solo
afferra
la storia, ma il cuore delluomo. Dio trasforma il loro cuore di
pietra in un cuore di
carne
(Ez 36,26) e cos� una nuova gioia nascer� in loro: "Hai messo
pi� gioia nel mio
cuore
di quando abbondano vino e frumento" (Sal 4,8).
Infine
la potenza di Dio � una potenza che perdona con innamorata
longanimit�: "Egli
perdona
tutte le tue colpe... Non ci tratta secondo i nostri peccati... Come
dista loriente
dalloccidente,
cos� allontana da noi le nostre colpe. Come un padre ha piet� dei
suoi figli,
cos�
il Signore ha piet� di chi lo teme. Perch� egli sa di che siamo
plasmati, ricorda che noi
siamo
polvere" (Sal 103,3-14).
E
la commozione di questa misericordia che perdona � nuovo motivo di
gioia per Israele:
"Piet�
di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bont�
cancella il mio
peccato.
Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato... Purificami
con issopo e
sar�
mondo; lavami e sar� pi� bianco della neve. Fammi sentire gioia e
letizia, esulteranno
le
ossa che hai spezzato... Rendimi la gioia di essere salvato" (Sal
51,1-14).
3
- Un terzo motivo di gioia per Israele � la presenza di Dio nel
tempio e la sua legge. Dio
stesso
dice a Isaia: "Si godr� e si gioir� sempre di quello che sto
per creare, e far� di
Gerusalemme
una gioia, e del suo popolo un gaudio" (Is 65,18). Gerusalemme
infatti "� la
gioia
di tutta la terra" (Sal 48,3), � la citt� dellarca dellalleanza
e del tempio, casa
dellEterno,
santa dimora di Dio che fa trasalire di gioia quanti la amano:
"Rallegratevi
con
Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate. Sfavillate di gioia
con essa voi tutti
che
avete partecipato al suo lutto. Cos� succhierete al suo petto e vi
sazierete delle sue
consolazioni;
succhierete, deliziandovi, allabbondanza del suo seno. Poich�
cos� dice il
Signore:
"Ecco io far� scorrere verso di essa, come un fiume, la
prosperit�; come un
torrente
in piena la ricchezza dei popoli; i suoi bimbi saranno portati in
braccio, sulle
ginocchia
saranno accarezzati. Come una madre consola un figlio cos� io vi
consoler�; in
Gerusalemme
sarete consolati. Voi lo vedrete e gioir� il vostro cuore, le
vostre ossa
saranno
rigogliose come erba fresca" (Is 66,10-14). Per gli ebrei non
ci sar� pi� gioia senza
Gerusalemme.
E la tristezza della lontananza da essa � espressa
meravigliosamente nel
salmo
137. Insieme con la gioia della citt� santa di Dio, scaturisce la
gioia delle feste che in
essa
si celebrano (Sal 100). La festivit� religiosa che mette il popolo
eletto in
comunicazione
particolare col suo Dio, sar� sempre tripudio di gioia:
"Gioirai davanti al
Signore
tuo Dio tu, tuo figlio, tua figlia, il levita che sar� nelle tue
citt� e lorfano e la
vedova
che saranno in mezzo a te" (Dt 16,11). Israele canta la sua
gioia per la legge del
Signore:
"Beato luomo... che si compiace della legge del Signore e la
sua legge medita
giorno
e notte" (Sal 1,2). Il salmo 119 � un grandioso elogio della
legge divina: "Nel seguire
i
tuoi ordini � la mia gioia pi� che in ogni altro bene" (v.
14); "Mia eredit� per sempre i
tuoi
comandamenti, sono essi la gioia del mio cuore" (v. 111);
"Io gioisco per la tua
promessa,
come uno che trova un grande tesoro" (v. 162); "Desidero
la tua salvezza,
Signore,
e la tua legge � tutta la mia gioia" (v. 174).
Abbiamo
accennati alcuni temi della gioia di Dio nellAT. Giustamente il
salmista parla
del
"Dio della mia gioia e del mio giubilo" (Sal 43,4) e
canta: "Con voci di gioia ti loder� la
mia
bocca... Esulto di gioia allombra delle tue ali" (Sal
63,6-8). Veramente davanti al
volto
di questo Dio il nostro gaudio deve risuonare costantemente:
"Beato il popolo che ti
sa
acclamare e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto: esulta
tutto il giorno nel tuo
nome,
nella tua giustizia trova la sua gloria" (Sal 89,16-17). � il
Signore che ci indica la via
della
gioia piena e della dolcezza senza fine: "Mi indicherai il
sentiero della vita, gioia
piena
nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra" (Sal
16,11). Il timorato
amante
di Dio esorta tutti a lanciare grida di gioia allEterno:
"Acclami al
Signore
tutta la terra, gridate, esultate con canti di gioia. Cantate inni
al
Signore
con larpa, con larpa e con suono del corno acclamate davanti
al re,
il
Signore. Frema il mare e quanto racchiude, il mondo e i suoi
abitanti. I
fiumi
battano le mani, esultino insieme le montagne davanti al Signore che
viene"
(Sal 98,4-9). Mirabile estasi di tutto Israele, del mondo e dei suoi
abitanti per il
Dio
della gioia!
La
gioia di Dio nel Nuovo Testamento
Quello
che abbiamo contemplato nella storia dIsraele riguardo alla
gioia, non � che
lombra
di ci� che � la gioia di Dio nella vita cristiana.
Questa
nuova gioia di Dio ha questi luminosi capisaldi:
1
- Lalleanza dellAT cede il posto alla nuova alleanza nel
sangue di Cristo per cui Dio non
stringe
con noi solo un patto esterno, ma viene ad abitare dentro di noi. E
questo Dio �
ormai,
con esplicita e piena rivelazione, il Padre, il Figlio e lo Spirito
santo, la Trinit� che
inabita
nel cristiano. "Se uno mi ama, osserver� la mia parola e il
Padre mio lo amer� e
noi
verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23).
"Se ci amiamo gli uni gli
altri,
Dio rimane in noi e lamore di Dio � perfetto in noi. Da questo
si conosce che noi
rimaniamo
in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito...
Chiunque riconosce
che
Ges� � il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio... Chi
sta nellamore dimora in
Dio
e Dio dimora in lui" (1Gv 4,12-16). "Non sapete che il
vostro corpo � tempio dello
Spirito
Santo che � in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi
stessi?" (1Cor
6,19).
"Noi siamo il tempio del Dio vivente" (2Cor 6,16).
La
nuova alleanza raggiunge cos� il pi� mirabile scambio dellamore
fra Dio e noi sulla
terra,
la pi� intensa presenza di Colui che amiamo in noi. In questa
singolare presenza del
nostro
Bene infinito, lesperienza dellamore raggiunge termini
meravigliosi e la gioia
nuova
che ne scaturisce � inesprimibile. A maggior ragione per il
cristiano, rispetto al pio
israelita,
Dio � pi� decisamente il "suo Dio". Lamore di Dio
raggiunge la sua pienezza nel
farci
"partecipi della natura divina" (2Pt 1,4) e suoi figli
adottivi (Gal 4,5) cos� che siamo
chiamati
e siamo veramente figli di Dio (1Gv 3,1). Nessuno pi� di noi ha
conosciuto il
cuore
del Padre chino amorevolmente su di noi. Nessuno pi� di noi pu�
conoscere la gioia
profonda
che nasce da un simile patto nuovo per cui Dio � in noi e noi in
Dio. Perci�
molto
pi� a ragione che tutti i profeti e gli amici del Dio dellAT,
san Paolo pu� dirci:
"Rallegratevi
nel Signore sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi" (Fil
4,4).
Limmagine
gioiosa del matrimonio usata nellAT per esprimere la delicatezza
e lintimit�
damore
fra Israele e Dio, acquista nel NT un valore pi� significativo e
pi� consistente e
introduce
in forme impensate di intimit� che fanno scaturire gioie
inimmaginabili. Cos� si
esprimono
i mistici feriti dalla piaga damore del loro Dio che li abita e
li trasforma.
Quellalleanza
inaugurata nellAT che dava tanta gioia a Israele, approda, nel
NT, al suo
termine
definitivo. "Lo sposalizio di Dio con il genere umano si
realizza nello stesso
essere
di Ges� allorch�, incarnandosi, il Verbo si fa capo dellumanit�
redenta... Il mistero
dellalleanza
entrato nella storia imperfettamente attraverso lAT, diventa
perfetto con
lIncarnazione
e la sua ultima conseguenza, la Croce" (Grelot).
2
- La gioia cristiana � ancora appoggiata alla potenza di Dio che
nel NT manifesta le sue
opere
pi� meravigliose. La potenza divina, che ha assistito tutta la
storia dIsraele, si
manifesta
maggiormente "nella pienezza dei tempi" quando la
"liberazione" acquisisce il
senso
interiore e soprannaturale della redenzione attuata. Qui la nostra
gioia scaturisce
dal
senso della trasformazione operata in noi da Dio per Cristo, con
Cristo e in Cristo.
Con
tale trasformazione acquistiamo un modo nuovo di intendere e di
sperimentare la
potenza
di Dio. Siamo diventati in Cristo una nuova creatura (2Cor 5,17),
abbiamo
rivestito
luomo nuovo (Col 3,10): Dio che ci aveva cos� mirabilmente
creati, ci ha
"ricreati"
ancora pi� mirabilmente. Di conseguenza abbiamo anche una nuova
visione di
tutta
la creazione: "La creazione stessa attende con impazienza la
rivelazione dei figli di
Dio...
e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavit�
della corruzione, per
entrare
nella libert� della gloria dei figli di Dio" (Rm 8,19-21). In
tale visione delle cose c�
una
nuova ragione per essere sempre pieni di gioia. La potenza di Dio
attua il
disegno
di salvezza in Cristo e cos� il cristiano ha la gioia di
sperimentare un
amore
che si piega verso di lui fino a risolvere il dramma doloroso e
triste
della
solitudine delluomo: "� lui infatti che ci ha liberati dal
potere delle tenebre e ci
ha
trasferiti nel regno del suo Figlio diletto per opera del quale
abbiamo la redenzione, la
remissione
dei peccati" (Col 1,13). Dio non ci libera solo da schiavit�
esterne e da nemici
esteriori,
ma dal Maligno e dal peccato. E il Padre compie tutto questo
mandando il
Figlio,
espressione massima dellamore di Dio per noi: "Dio infatti
ha tanto amato il
mondo
da dare il suo Figlio unigenito, perch� chiunque crede in lui non
muoia, ma abbia
la
vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il
mondo, ma perch�
il
mondo si salvi per mezzo di lui" (Gv 3,16-17). Non c�
motivo pi� grande di questo
per
la nostra gioia: scoprire la tenerezza dellamore di Dio
rivelatosi a noi in
Cristo.
Dio
manifesta la sua onnipotenza soprattutto nel perdonare e nellusare
misericordia.
Lincarnazione
del Verbo � la misura pi� impensabile della volont� di perdono da
parte di
Dio.
Il nome Ges� � un programma; significa "Dio salva":
"Egli infatti salver� il suo
popolo
dai suoi peccati" (Mt 1,21).
3
- La gioia del NT ha infine la sua beatificante novit� nella nuova
presenza di Dio-Amore
in
noi. Il tempio di Dio non � pi� Gerusalemme, ma luomo dove Egli
abita, in comunione
di
amore con lui. La nostra gioia � pi� reale, pi� intima, pi�
estasiante: "Noi
siamo
il tempio del Dio vivente" (2Cor 6,16). La prova pi� alta dellamore
di Dio
sulla
terra sta in questa misteriosa, ma reale inabitazione. Dice s.
Agostino,
commentando
la Scrittura: "Siate giocondi, o giusti. Gi�, forse, i fedeli
udendo: siate
giocondi,
pensando ai conviti, preparano i bicchieri, aspettano il momento di
coronarsi di
rose...
Stai attento a quel che segue: nel Signore... Tu aspetti la
primavera per far allegria;
la
tua gioia � nel Signore, egli � sempre con te, e non in una sola
stagione; lo hai di notte,
lo
hai di giorno... da lui ti verr� sempre la gioia". E ancora:
"E la nostra societ� sia con Dio
Padre,
e in Ges� Cristo Figlio di Lui. E questo, dice san Giovanni, ve lo
scriviamo, affinch�
la
vostra gioia sia piena. Dice che la gioia sia piena in quella
societ�, in quella carit�, in
quella
unit�". E infine: La vita beata � proprio questa: godere
tendendo a Te, godere di
Te,
godere a causa di Te; questo e non altro. Quelli che credono che ce
ne sia unaltra,
vanno
dietro ad unaltra gioia e non a quella vera. Ed anche allora la
loro volont� sta
attaccata
ad una certa immagine di gioia". Sullantica legge
perfezionata, spunta come
culmine
della novit� cristiana, il comandamento nuovo: "Vi do un
comandamento nuovo:
che
vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, cos� amatevi
anche voi gli uni gli altri"
(Gv
13,34). Il NT � tutto investito dallamore, respira nellamore
e nellamore si risolve. Il
frutto
immediato della presenza di Dio nei giusti �, insieme allamore,
la
gioia
(Gal 5,22). Di conseguenza si capisce la novit� della gioia della
festa nel nuovo
culto
di Dio dopo la redenzione. La gioia non nasce pi� da un tempio di
pietre, ma nel
comunicare
con linnamorante mistero della morte e risurrezione di Cristo,
con la Pasqua
eucaristica,
con il giubilo universale per la salvezza, con Dio Trinit�, tutto
amore,
beatitudine
e sollecitudine per luomo, contemplato in terra attraverso la
fede. Dio �
veramente
"il Dio della mia gioia e del mio giubilo" (Sal 43,4). Lo
cercheremo allora,
costantemente,
con latteggiamento dei salmi: "Gioisco in te ed esulto,
canto inni al tuo
nome,
o Altissimo" (Sal 9,3). "Esulter� di gioia per la tua
grazia" (Sal 31,8).
La
gioia attraverso Cristo
La
gioia cristiana, per essere tale, deve passare attraverso Ges�
Cristo. La gioia di Dio si
ottiene
per la mediazione del Verbo incarnato: egli � la strada della
nostra gioia. � lui che
ci
fa conoscere pi� pienamente Dio; � lui che ci permette di gioire
della verit�; � lui che ci
comunica
la vita divina. Lincarnazione � la pi� grande rivelazione del
mistero di Dio
nascosto
e invisibile. Cos� la gioia dellinvisibile Dio passa per la
gioia di Cristo, Dio fatto
uomo
e visibile ai nostri occhi. "Noi vedemmo la sua gloria, gloria
come di unigenito dal
Padre,
pieno di grazia e di verit�" (Gv 1,14); "Noi abbiamo
udito, noi abbiamo veduto con
i
nostri occhi, noi abbiamo contemplato e le nostre mani hanno toccato
il Verbo della
vita,"
(1Gv 1,1). � attraverso lumanit� del Verbo incarnato che
proviamo il giubilo della
gloria
divina manifestata a noi. Per arrivare alla contemplazione di
Dio-Trinit� dobbiamo
passare
attraverso la contemplazione insistente dellumanit� di Ges�
salvatore e delle sue
santissime
piaghe. Ges� Cristo � veramente la strada obbligata della gioia
cristiana.
La
nostra gioia da Cristo
�
veramente meraviglioso vedere come Cristo genera in noi la sua gioia
e come questa si
espande
dentro di noi: essa � immediatamente sentita come qualcosa che
promana da
Lui.
Ricordiamo alcune testimonianze esplicite per capirlo. La prima
epifania gioiosa del
Cristo
la si ha quando il saluto di Maria, che porta il Salvatore nel suo
seno, raggiunge
Elisabetta:
Giovanni Battista esulta di gioia nel seno di lei (Lc 1,44).
Alla
nativit� di Cristo langelo annunzia ai pastori "una grande
gioia" (Lc 2,10). Quando i
Magi
vedono nuovamente la stella che li conduce a Cristo "provano
una grandissima
gioia"
(Mt 2,10). Zaccheo riceve Ges� nella sua casa "pieno di
gioia" (Lc 19,6). Nel giorno
dellingresso
messianico in Gerusalemme "tutta la folla dei discepoli,
esultando, cominci�
a
lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto"
(Lc 19,37). E questi sono
solamente
alcuni degli episodi di gioia suscitata dalla presenza di Cristo nel
vangelo. Ma
vogliamo
segnalare distintamente le principali ragioni che costituiscono la
trama
essenziale
della nostra gioia riguardo al Redentore divino, seguendo i misteri
della sua
vita
sul dettato della rivelazione.
1
- C� la gioia dellattesa. Gli annunzi profetici del Salvatore
sono carichi di parole gioiose
e
di trasalimenti di felicit�. "Il popolo che camminava nelle
tenebre vide una grande luce;
su
coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai
moltiplicato la gioia, hai
aumentato
la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e
come si
gioisce
quando si spartisce la preda... Poich� un bambino � nato per noi,
ci � stato dato un
figlio.
Sulle sue spalle � il segno della sovranit� ed � chiamato:
Consigliere ammirabile,
Dio
potente, Padre per sempre, Principe della pace; grande sar� il suo
dominio e la pace
non
avr� fine" (Is 9,1-6; cfr. Mt 4,14-15 e liturgia del Natale).
"Esulta grandemente, figlia
di
Sion, giubila figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re.
Egli � giusto e vittorioso,
umile,
cavalca un asino, un puledro di asina. Far� sparire i carri da
Efraim e i cavalli da
Gerusalemme,
larco di guerra sar� spezzato, annunzier� la pace alle genti,
il suo dominio
sar�
da mare a mare e dal fiume ai confini della terra" (Zc 9,9-10;
cfr Mt 21,1-7).
Ma
la gioia profetica � stata preceduta gi� dalla gioia dei
patriarchi. E lo dir� Ges� stesso:
"Abramo,
vostro padre, esult� nella speranza di vedere il mio giorno; lo
vide e se ne
rallegr�"
(Gv 8,56).
2
- C� la gioia dellIncarnazione e del Natale. Annunziata dallangelo
(Lc 2,10), scoperta
dai
pastori (Lc 2, 20) e dai magi (Mt 2,10), manifestata dal vecchio
Simeone e dalla
profetessa
Anna (Lc 2,25-38). La gioia per la venuta di Cristo ha una
molteplice
motivazione.
� innanzitutto la gioia per lopera pi� grande compiuta da Dio:
lunione
della
natura divina e della natura umana nellunica persona del Figlio
di Dio. Per questo
mirabile
mistero san Giovanni Crisostomo ha detto: "Colui che �, viene
nel mondo, colui
che
�, diventa ci� che non era: essendo Dio, infatti, ecco che si fa
uomo, ma non cessa per
questo
di essere Dio, si fa uomo senza che la divinit� subisca mutamento,
n� � da credere
che
egli essendo uomo, sia diventato Dio per successive approssimazioni.
Si � fatto carne
restando
ci� che era: il Verbo, e senza che la sua propria natura si sia
modificata". Come
non
essere nella gioia profonda considerando questo singolarissimo
avvenimento a cui ha
preso
parte tutta la santissima Trinit�, mostrando un amore infinito?
Questo
avvenimento
� il centro di tutta lopera di Dio, ci fa vedere Dio con noi,
che diventa uno di
noi;
rende visibile lAmore e la Verit�; esso realizza le nozze del
Verbo con la natura
umana,
con lumanit�. Dice santAgostino: "Nel seno della Vergine
si sono uniti lo sposo e
la
sposa, il Verbo e la carne, perch� il Verbo � lo sposo e la carne
umana la sposa, e queste
nature
formano un solo Figlio di Dio, un solo e medesimo figlio delluomo...
Quando il
Figlio
di Dio � uscito come uno sposo dal letto nuziale, ossia dal seno
verginale di Maria,
era
gi� unito con una ineffabile alleanza alla natura umana". Per
questo i Padri della
Chiesa
dicono che nellincarnazione "cera in Cristo Ges� tutta lumanit�"
(s. Cirillo di
Alessandria)
e che egli "assume in s� tutta la natura umana" (s.
Ilario) per portarla tutta
al
Calvario (s. Cipriano), risuscitarla (s. Gregorio di Nissa) e
salvarla. Lincarnazione del
Verbo
� una specie di concorporazione di tutti gli uomini in Cristo (s.
Ilario): linizio del
corpo
mistico di Cristo nel quale tutti gli uomini sono invitati ad
entrare come membra
vive.
Il tema dello sposalizio, gi� espresso nellAT tra Dio-sposo e
Israele-sposa,
nellIncarnazione
diventa una realt� piena e definitiva: Dio si unisce in modo
indissolubile
ed eterno allumanit�. Dio e gli uomini si uniscono per sempre
nella buona e
nella
cattiva sorte, nella morte e nella vita. � avvenuto un mirabile
scambio: "Dio si �
fatto
uomo affinch� luomo diventasse Dio" (s. Agostino). In
questo ammirabile scambio
avvenuto
nellincarnazione noi vi troviamo lenorme nostro bene
realizzato nella
esaltazione
della natura umana. La gioia del Natale scaturisce dalla
contemplazione
dellinizio
del nostro stupendo destino di redenti e del nostro ritorno al
paradiso. "In
questo
giorno � stata piantata sulla terra la condizione dei cittadini
celesti, gli angeli
entrano
in comunione con gli uomini, i quali si intrattengono senza timore
con gli angeli.
Ci�
perch� Dio � sceso sulla terra e luomo � salito al cielo.
Ormai non c� pi� separazione
fra
cielo e terra, tra angeli ed esseri umani" (s. Giovanni
Crisostomo). La liturgia
bizantina
esclama: "O mondo, alla notizia (del parto verginale di Maria)
canta e danza:
con
gli angeli e i pastori glorifica Colui che ha voluto mostrarsi
bambino, il Dio di prima
dei
secoli". Gioia dellamore, gioia dellunione, altissime
tenerezze del gaudio
sovrabbondante
e luminosissimo!
3
- C� la gioia pasquale. Essa tocca i vertici pi� alti e scoppia
definitivamente nella
risurrezione,
completamento indispensabile alla morte del Signore e alla nostra
salvezza. I
vangeli
sprizzano il fuoco beatificante della gioia che passa dagli angeli a
Maria
Maddalena,
agli apostoli, ai discepoli di Emmaus. Sulla fede sconcertata di
tutti i suoi,
Ges�
getta la luce della sua vita gloriosa, li illumina e li rallegra.
"Abbandonato in fretta il
sepolcro,
con timore e gioia grande, le donne corsero a dare lannunzio ai
suoi discepoli"
(Mt
28,8). "I discepoli gioirono al vedere il Signore" (Gv
20,20).
La
risurrezione dimostra la divinit� di Cristo ed � spiegazione
luminosa e fondamento
incrollabile
della nostra fede in lui e della nostra novit� cristiana. Questo �
il Cristo di cui
siamo
testimoni nel nostro tempo.
Nella
notte di pasqua la chiesa esprime la sua gioia con il canto dell
"Exultet", dove cielo e
terra,
angeli e uomini, sono chiamati ad esultare per la vittoria del re:
"Esultino i cori degli
angeli
del cielo; si celebrino nel gaudio i misteri divini e la tromba
della salvezza annunci
la
vittoria del re. Si rallegri anche la terra... goda pure la madre
Chiesa..." � limpeto del
gaudio
pasquale.
4
- C� la gioia dellAscensione e della Pentecoste. Dopo il
fatto dellascensione "essi
tornarono
a Gerusalemme con grande gioia" (Lc 24,52). Salendo al cielo e
sedendo alla
destra
del Padre, Cristo � costituito Signore degli angeli, degli uomini e
delluniverso
intero.
Un uomo, uno di noi � assiso alla destra del Padre, in piena
uguaglianza con lui ed
�
Signore come lui. Ges� prima di lasciarci ci ha fatto una promessa:
"Io vado a prepararvi
un
posto; quando sar� andato e vi avr� preparato un posto, ritorner�
e vi porter� con me,
perch�
siate anche voi dove sono io" (Gv 14,2-3). Scrive Paolo:
"Dio ricco di misericordia,
per
il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i
peccati, ci ha fatti
rivivere
con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati. Con lui ci ha
anche risuscitati e ci
ha
fatti sedere nei cieli, in Cristo, per mostrare nei secoli futuri la
straordinaria ricchezza
della
sua grazia mediante la sua bont� verso di noi in Cristo Ges�"
(Ef 2,4-7).
A
quale altezza e perfezione Dio ha condotto luomo e il mondo
intero! Quanto � avvenuto
al
Redentore � modello e premessa di quanto accadr� a noi e alluniverso.
La
gioia dellAscensione si fa preludio della gioia della Pentecoste.
Ges� aveva detto: "�
bene
per voi che io me ne vada, perch� se non me ne vado, non verr� a
voi il Consolatore;
ma
quando me ne sar� andato, ve lo mander�" (Gv 16,7). Ci
soffermeremo subito nelle
pagine
seguenti a parlare pi� diffusamente della gioia cristiana, dono
dello Spirito. Qui ci
basta
ricordare che la Pentecoste, che � la pienezza della pasqua,
inaugura nella chiesa e
in
noi, la gioia dello Spirito Santo.
La
gioia cristiana
La
radice della gioia di Cristo � entrata in noi col battesimo e la
confermazione e cresce
quanto
pi� viviamo del suo amore e cresciamo in Lui. Lapostolo Paolo ci
ammaestra a
fare
tutto con Ges�: "Tutto quello che fate in parole e opere,
tutto si compia nel nome del
Signore
Ges�, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre" (Col
3,17). Dobbiamo
compenetrarci
in Lui fino a poter dire con tutta verit�: "Sono stato
crocefisso con Cristo e
non
sono pi� io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2,20);
"Per me vivere � Cristo e
morire
un guadagno" (Fil 1,21). Perch� questo accada bisogna fare le
scelte coraggiose
dellapostolo:
"Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Ges�
Cristo, e questi
crocefisso"
(1Cor 2,2); "Quello che poteva essere per me un guadagno, lho
considerato
una
perdita a motivo di Ges� Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una
perdita di fronte alla
sublimit�
della conoscenza di Cristo Ges� mio Signore, per il quale ho
lasciato perdere
tutte
queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare
Cristo e di essere
trovato
in lui... E questo perch� io possa conoscere lui, la potenza della
sua risurrezione,
la
partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella
morte, con la speranza
di
giungere alla risurrezione dai morti" (Fil 3,7-11).
E
quando n� tribolazione, n� angoscia, n� fame, n� nudit�, n�
spada, n� morte, n� vita, n�
alcunch�
di creato ci separeranno dallamore di Cristo (Rm 8,35-38), allora
la gioia sar�
perfetta.
Cos� il cristiano si espande in Ges� e canta la tenerezza gioiosa
di sentirsi
posseduto
da lui.
Di
conseguenza si comprende come il motivo pi� profondo della
tristezza delluomo � non
conoscere
Cristo, e soprattutto separarsi da lui e combatterlo. Nel vangelo c�
una
dimostrazione
violenta della tenebra amara di chi non vuole riconoscere il
Redentore. �
quella
dei farisei che sono una terra dombra, un punto di oscurit�, un
cumulo di livore, di
amarezza,
di disperato affanno. Come per essi, cos� per tutti i
contraddittori di Ges�,
uscire
da Lui "Luce vera che illumina ogni uomo" (Gv 1,9) �
trovare sempre tristissima
notte,
senza alba e senza sole.
LA
GIOIA CRISTIANA DONO DELLO SPIRITO
Gioia
e amore sono due termini che si richiamano sempre. Ed � perci� che
nella gioia
cristiana
ha parte determinante lo Spirito Santo, lo Spirito dellAmore.
Essa � un dono di
Lui:
"Frutto dello Spirito �... la gioia" (Gal 5,22). Per
questo gli Atti dicono che "i discepoli
erano
pieni di gioia e di Spirito Santo" (At 13,52), e san Paolo
scrive che i Tessalonicesi
"avevano
accolto la parola con la gioia dello Spirito Santo anche in mezzo a
grande
tribolazione"
(1Ts 1,6), perch� "il regno di Dio non � questione di cibo o
di bevanda, ma �
giustizia,
pace e gioia nello Spirito Santo" (Rm 14,17). Tutto questo non
� parola sonante,
ma
esatta realt�. "Lo Spirito Santo non � oscuro o mesto: Egli
� la gioia dellamore.
Lesistenza
stessa dello Spirito Santo proclama la forza della gioia damore e
linesauribile
eternit�
di questa gioia" (Galot). Lo Spirito Santo Amore ha in s� la
fonte della gioia. E
siccome
ci � stato dato come dono supremo dellamore del Padre e del
Figlio, � sempre
attraverso
di lui che, in definitiva, passa la gioia di Cristo e di Dio.
Lo
Spirito damore e di santificazione
LAT
ci annunzia la promessa di Dio che vuole espandere il suo Spirito:
"Vi dar� un cuore
nuovo,
metter� dentro di voi uno Spirito nuovo, toglier� da voi il cuore
di pietra e vi dar�
un
cuore di carne. Porr� il mio Spirito dentro di voi e vi far�
vivere secondo i miei statuti
e
vi far� osservare e mettere in pratica le mie leggi. Abiterete
nella terra che io diedi ai
vostri
padri; voi sarete il mio popolo e io sar� il vostro Dio" (Ez
36,26-28).
"L
equivalenza che la profezia mette tra Spirito e cuore ci fa capire
meglio ci� che �
leffusione
dello Spirito divino. Quando Dio vuol mettere il suo Spirito negli
uomini, si
pu�
dire che Egli vuol donare loro il suo proprio cuore, rimpiazzare il
loro cuore con il
Suo,
o rifare loro un cuore ad immagine del Suo. Lo Spirito Santo � il
cuore di Dio. Il
cuore
divino del Padre e del Figlio che comunicandosi agli uomini forma in
essi un cuore
nuovo"
(Galot). Lo Spirito Santo � il cuore di Dio che diventa il cuore
delluomo. �
lAmore
che ci investe, ci trasforma e ci fa amare come Lui ama: da questa
sinfonia di
amore
nasce la gioia. Lo Spirito Santo � lanello di congiunzione dello
straordinario
scambio
damore fra Dio e noi. La gioia cristiana dellamore � perci�
marcata dallazione
dello
Spirito Santo. "Lamore di Dio � stato riversato nei nostri
cuori per mezzo dello
Spirito
Santo che ci � stato dato" (Rm 5,5). Di conseguenza lo Spirito
Santo ci rende
"spirituali"
e "santi". � lospite divino che opera in noi affinch�
"Dio sia tutto in tutti"
(1Cor
15,28). � lospite dolce dellanima che la unisce sempre pi� a
Cristo. � Lui "che
attesta
al nostro spirito che siamo figli di Dio" (Rm 8,16) perch�
"tutti quelli che sono
guidati
dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio" (Rm 8, 14).
Noi siamo il tempio di
Dio,
e lo Spirito di Dio abita in noi (1Cor 3,17). Dio ci ha scelti per
la salvezza attraverso
lopera
santificatrice dello Spirito e la fede nella verit� (2Ts 2,13). Lo
Spirito � il principio
della
nostra vita divina: siamo stati generati da Dio (Gv 1,13) nascendo
dallacqua e dallo
Spirito
(Gv 3,5). Siamo stati lavati, santificati e giustificati nel nome
del Signore Ges�
Cristo
e nello Spirito del nostro Dio (1Cor 6,11). � infatti lo Spirito
che trasforma le nostre
persone
e produce in noi la risurrezione e la vita eterna. "Se lo
Spirito di Colui che ha
risuscitato
Ges� dai morti abita in voi, Colui che ha risuscitato Cristo dai
morti dar� la
vita
anche ai vostri corpi mortali per mezzo dello Spirito che abita in
voi" (Rm 8,11). � Lui
"che
viene in aiuto alla nostra debolezza, perch� nemmeno sappiamo che
cosa sia
conveniente
domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi con
gemiti
inesprimibili;
e Colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito
perch� egli
intercede
per i credenti secondo i disegni di Dio" (Rm 8,26-27).
Diceva
Origene: "Se chi crede � munito della forza dello Spirito
Santo, � certo che ha
sempre
la pienezza della gioia e della pace".
Conclusione
"State
sempre lieti...: questa � infatti la volont� di Dio in Cristo
Ges� verso di voi" (1Ts
5,18).
La gioia � un nostro dovere di uomini e di cristiani. � la
testimonianza pi� credibile
e
avvincente. La gioia che emana dal cristiano non pu� essere un
fatto
eccezionale,
come un abito che si indossa nelle feste solenni: deve essere un
fatto
quotidiano, feriale, perch� Dio, nostra gioia, � con noi e dentro
di noi
tutti
i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28,20).
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